Gli aspetti assicurativi

L'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali prevede disposizioni speciali per l'asbestosi.

Tali disposizioni sono contenute negli articoli 140-177 del Testo Unico sull'assicurazione obbligatoria (D.P.R. 30 giugno 1965, N. 1124 e modifiche) insieme con quelle relative alla silicosi.

Gli aspetti essenziali riguardano i seguenti punti:

- le attività tutelate contro il rischio di asbestosi (specificate in apposita tabella, all. n. 8) ed il relativo obbligo assicurativo (artt. 141-144);

- le condizioni per erogare le prestazioni assicurative, le modalità di rivalutazione o revisione delle rendite di inabilità ed i provvedimenti adottati per il lavoratore titolare di rendita in caso di rifiuto di sottoporsi alle visite mediche in sede di revisione (artt. 145-146);

- la liquidazione delle rendite per inabilità permanente o per morte (art. 147);

- le competenze per gli accertamenti sanitari e le cure (artt. 148-149);

- i soggetti aventi diritto, la disciplina e le modalità di liquidazione della rendita di passaggio, ossia di quella prestazione in denaro erogata in via temporanea dall'INAIL al lavoratore nel caso di abbandono per motivi profilattici dell'attività morbigena (artt. 150-151);

- le condizioni di applicazione dell'assicurazione obbligatoria contro il rischio di asbestosi ed i criteri per determinare il relativo premio supplementare (artt. 153-156);

- gli accertamenti medici aziendali e le visite periodiche dei lavoratori assicurati per l'asbestosi, gli accertamenti medico-collegiali con l'intervento dell'Ispettorato del lavoro competente per territorio (artt. 157-171);

- i provvedimenti da adottare nei confronti del lavoratore nel caso di rifiuto di sottoporsi a visita medica (art. 172);

- le sanzioni a carico del datore di lavoro nel caso di mancato rispetto degli accertamenti sanitari prescritti per i dipendenti da adibire o addetti a lavorazioni morbigene e nel caso di adibizione degli affetti da asbestosi alle predette attività (artt.175-176).

In particolare, l'art. 144 (modificato dalla Legge 27 dicembre 1975, n. 780) sancisce che tra le malattie professionali per cui è obbligatoria l'assicurazione sociale figura anche l'asbestosi contratta nell'esercizio delle lavorazioni previste in una specifica tabella (all. n. 8, successivamente modificata), che rientrino tra le “attività protette” elencate nell'art. 1 del Testo Unico.

Le lavorazioni tutelate per l'asbestosi (anche associata a tubercolosi) sono in tal modo riassunte nella predetta tabella con la seguente forma:

estrazione e successive lavorazioni dell'amianto nelle miniere;

lavori nelle manifatture e lavori che comportano impiego ed applicazione di amianto e di materiali che lo contengono o che comunque espongano ad inalazione di polvere di amianto.

In materia di obbligo assicurativo contro l'asbestosi (art. 153 T.U.), la giurisprudenza ha affermato il principio secondo cui il premio supplementare a carico delle aziende per i lavoratori impegnati nelle attività di cui all'allegato 8 al T.U. (tabella delle lavorazioni per le quali è obbligatoria l'assicurazione contro la silicosi e l'asbestosi) è dovuto soltanto se esiste un rischio effettivo negli ambienti di lavoro con il superamento dei limiti di concentrazione ammissibile degli agenti patogeni (Corte di Cassazione - Sezione Lavoro - 17 gennaio 1986, N. 321).

L'obbligo assicurativo è condizionato al riscontro della sussistenza del rischio specifico ed è applicabile esclusivamente per quei lavoratori esposti in concreto a concentrazioni a rischio. Il premio supplementare va commisurato alle retribuzioni dei lavoratori esposti a concentrazioni di amianto (o silice cristallina) tali da determinare un rischio effettivo (Corte di Cassazione - Sezione Lavoro - 28 marzo 1986, N. 2230).

Questi indirizzi giurisprudenziali hanno quindi modificato sostanzialmente le condizioni per applicare l'assicurazione supplementare asbestosi (e silicosi) disponendo che il rischio non si presume ma, al contrario, deve accertarsi in concreto per ciascun lavoratore con riferimento ai valori limite degli agenti morbigeni.

La soglia di riferimento attualmente adottata dall'INAIL per applicare l'assicurazione contro il rischio d'asbestosi è pari al 50% dei valori limite (TLV) stabiliti per legge.

Sul versante complementare delle prestazioni assicurative, l'art 145 del T.U. (modificato da L. 27 dicembre 1975, n. 780) stabilisce che queste sono dovute in tutti quei casi d'asbestosi (o di silicosi) da cui derivi morte o inabilità lavorativa superiore al 10%. Le prestazioni sono dovute anche nei casi di asbestosi (o di morte per asbestosi) associata ad altre patologie degli apparati respiratorio e cardiocircolatorio, per i quali si prevede una valutazione globale del danno.

Il D.P.R. N. 336 del 13 aprile 1994 ha esteso la tutela delle malattie professionali introducendo, tra le altre, alcune forme tumorali causate da esposizione a fibre d'asbesto.

La voce 56 dell'allegata tabella delle malattie professionali prevede infatti le seguenti “Manifestazioni neoplastiche causate dall'asbesto: mesotelioma pleurico, pericardico, peritoneale; carcinoma polmonare”.

Il rischio tecnopatico specifico per tali patologie è tutelato per tutte quelle lavorazioni che espongono all'azione delle fibre di asbesto.

Così come per tutte le altre forme neoplastiche incluse nelle previsioni tabellari, il periodo massimo di indennizzabilità dalla cessazione del lavoro è illimitato.

Vedi anche: I minerali dell’asbesto, Le malattie dell’asbesto, L’asbesto e il Testo Unico per l’assicurazione infortuni, L’evoluzione legislativa